Durante l’ultimo periodo l’azienda italo-francese (nata dall’unione della Airbus e della Leonardo Corporation) è stata accusata di aver fornito velivoli ai golpisti che da un anno a questa parte assediano la Birmania. Questi velivoli, nati al fine di trasportare civili, possono essere convertiti a scopi militari, avendo capacità estremamente avanzate e adattabili a qualsiasi tipo di situazione. Quindi l’azienda, pur negando lo scambio, ha violato l’embargo, ancora attivo, stabilito dall’UE nel 2018, il quale stabilisce: “il divieto di esportazione di beni a duplice uso per gli utenti finali militari e della Polizia di frontiera (e) restrizioni all’esportazione di apparecchiature per il monitoraggio delle comunicazioni che potrebbero essere utilizzate per la repressione interna, l’addestramento militare e la cooperazione militare”. Numerose associazioni, tutelanti i diritti umani, hanno sollecitato i tre ministri italiani (Luigi Di Maio, Lorenzo Guerini, Giancarlo Giorgetti) al fine di far cessare immediatamente qualsiasi tipo di scambio di mezzi militari (o convertibili in tali) con la Birmania.
Ricerche e Redazione
Chiara e Beatrice