Il 19 ottobre la Corte penale internazionale (CPI) ha dichiarato di aver rilasciato Maxime Mokom, ex leader delle milizie centroafricane. Mokom è stato rilasciato perché  “non ci sono più prospettive di condanna al processato, anche se le accuse fossero confermate” e dopo aver considerato “le mutate circostanze relative alla disponibilità dei testimoni”, dice il procuratore Karim Khan.

Mokom era stato soggetto di un mandato di arresto del CPI nel 2018 e ed era stato consegnato alle autorità nel 2022. Era accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità,  di omicidio, di stupro, e di saccheggio,  atti commessi tra il 2013 e il 2014 nella Repubblica Centroafricana, mentre era a capo elle milizie antibalaka. Mokom ha dichiarato di non essere coinvolte nelle atrocità di8 cui è stato accusato.

Le milizie di cui Mokom era a capo sono definite antibalaka ed erano state create per contrastare la conquista della capitale, Bangui, da parte dei séléka, una coalizione di gruppi armati che aveva deposto il presidente François Bozize nel 2013.

Khan ha dichiarato che il suo ufficio si riserva il diritto di chiedere un nuovo mandato di arresto se dovessero venire fuori nuove prove.

A Bangui le vittime denunciano un vizio procedurale e chiedono ai tribunali nazionali di subentrare nonostante Kham abbia dichiarato: “sono consapevole che questa notizia potrebbe essere sgradita a molti sopravvissuti  e alle loro famiglie, ma spero che comprendano le mie responsabilità legali ed etiche”