Il Perù è un paese che ormai da decenni combatte gravi problematiche istituzionali interne. Tra povertà, divari sociali, scarsità nei settori della salute e dell’istruzione, il paese ha ora più che mai un bisogno imminente di un governo integro e stabile, la cui assenza ha portato alla tragica situazione attuale. Non è una novità né al mondo intero né ai peruviani stessi infatti, che molte figure importanti della politica e della giustizia del paese, passate e attuali, siano sotto indagini per corruzione e malcostume. L’ultimo è proprio l’ormai ex presidente del Perù, Pedro Castillo, ancora in carcere e sotto accusa dopo il tentato auto-golpe del 7 dicembre 2022. Pochi giorni prima del tentato colpo di stato, Castillo era stato accusato di impeachment e per ostacolare le indagini e fermare l’accusa aveva affermato di voler sciogliere il parlamento locale, pratica che non è stata però supportata né dal Consiglio dei ministri né dalle forze dell’ordine, concludendosi in modo fallimentare. Castillo, al momento della sua nomina come presidente nel luglio del 2021, aveva promesso ai cittadini peruviani una strenua lotta alla povertà che si è rivelata però subitamente inconsistente, e Castillo stesso ha finito per arricchirsi e prendere parte al circolo vizioso della corruzione peruviana. Dopo il suo arresto la presidenza è stata velocemente assunta dalla vicepresidente Dina Boluarte, prima leader politica donna nella storia del Perù, che ha denunciato l’accaduto e ha promesso di seguire la via dell’integrità e di porsi come obiettivo la crescita e l’unità nazionale. Tra i possibili primi passi da avanzare si starebbe parlando di rivedere la Costituzione attuale, promulgata nel 1993 dall’ex presidente Fujimori, che sembrerebbe aver fomentato la corruzione in tutti questi anni. Non resta che sperare che la nuova presidenza, con il supporto delle forze dell’ordine ma anche e soprattutto di tutti i cittadini peruviani, possa portare avanti una politica di rinascita nazionale.
Ricerche e redazione
Sara e Irene
