La sera del 9 agosto 2020 nel fiume Aisne, nella Francia settentrionale, furono ritrovati migliaia di pesci morti presso lo stabilimento Dolce Gusto della Nestlé a Challerange. Poco dopo la multinazionale ha ammesso una “perdita involontaria di effluenti di fanghi biologici, senza la presenza di sostanze chimiche”. Subito la Federazione di pesca delle Ardenne ha dichiarato di voler sporgere denuncia verso la società per aver ucciso quasi 6 tonnellate di pesci, tra cui anche specie protette. Due anni dopo, il 13 settembre 2022, dopo aver affrontato il tribunale, la Nestlé ha evitato una condanna pagando una multa di 40.000 euro e un risarcimento di 475.000 euro alla Federazione di pesca delle Ardenne, che si è presa l’incarico di ripristinare la fauna e le acque, anche se l’ecosistema del fiume non potrà più tornare come prima.
Ricerche e Redazione:
Agnese, Irene e Marta