Al momento stai visualizzando Congo: gli scontri continuano

Congo: gli scontri continuano

3
(1)

L’M23 (il Movimento del 23 marzo) è un gruppo armato nella Repubblica Democratica del Congo, formato da una parte del Congresso nazionale per la difesa del popolo (Cndp), un altro gruppo armato che dopo aver fallito un’offensiva firmò degli accordi di pace con il governo congolese il 23 marzo 2009. Una parte del gruppo, infatti, era contrario agli accordi e si riorganizzò nell’M23.  Da allora continuano a combattere per difendere dagli hutu i tutsi, il gruppo etnico vittima del genocidio del Ruanda del 1994. Proprio il Ruanda, governato dai tutsi, appoggia economicamente e militarmente il gruppo militare, per ragioni etniche ed economiche (le enormi risorse minerarie nella ragione congolese del Kivu, confinante con il Ruanda). Il presidente Paul Kagame ha sempre negato, ma ci sono prove che mostrano come non solo il Ruanda comanda, finanzia e addestra l’M23, ma anche fornisce attrezzature militari e circa 4mila soldati.

Nel 2021 l’M23 ha cominciato una nuova offensiva più organizzata ed efficace di quella precedente. Nel 2024 hanno, inoltre, conquistato la città mineraria di Rubaya, dove, sostituendosi all’apparato statale, ne sfruttano le sue risorse per finanziare gli attacchi. Da gennaio 2025 l’offensiva ha subito un’accelerazione e il 27 gennaio il gruppo ha conquistato il capoluogo del Kivu Nord, Goma. La città era già stata occupata dal gruppo nel 2012, ma dopo 10 giorni era di nuovo stata liberata grazie alla pressione della comunità internazionale. Successivamente a febbraio l’M23 ha preso il controllo delle città di Nyabibwe e Bukavu, il capoluogo, nel  Kivu Sud.

Soltanto nei mesi di gennaio e febbraio si contano più di 7mila morti e più di 100mila sfollati. E la situazione non migliora e gli scontri continuano. A combattere in Ruanda ci sono numerose forze: da una parte l’M23 e altri gruppi armati, appoggiati dal Ruanda, dall’altra l’esercito regolare congolese, sostenuto dai peacekeeper dell’Onu e dalla Comunità di sviluppo dell’Africa meridionale (Sadc), che ha inviato circa 3mila soldati dal Sudafrica, dalla Tanzania e dal Malawi. I civili soffrono la fame ed è stato documentato l’uso di stupri come arma da tutte le parti coinvolte nel conflitto.

La regione orientale della RDC, dove è il gruppo combatte, è ricca di risorse minerarie e questa è una delle ragioni del conflitto e del supporto Ruandese. Il Ruanda, infatti. è uno dei maggiori esportatori al mondo di coltan (un minerale fondamentale per produrre microchip usati dalle macchine elettriche agli smartphone), nonostante abbia pochissime miniere. Questo accade perché il coltan viene esportato illegalmente in Ruanda che poi lo rivende al resto del mondo. Si conta che 15o tonnellate di coltan siano state esportate illegalmente in Ruanda nel 2024.  Proprio per il suo supporto all’M23, il Ruanda ha chiuso i rapporti con il Belgio e l’Unione Europea sta considerando di sospendere il memorandum firmato l’anno scorso, per il quale attualmente l’Europa paga 900 milioni di euro in cambio delle risorse minerarie.

 

Per approfondire con delle dirette:

Congo: non solo coltan, teencontro 2021, qui.

Congo: silenzio assordante, teencontro 2024, qui.

La guerra in Rd Congo, capire per non dimenticare,  Martedì del mondo 2025, qui.

 

Ricerche e Redazione:

Anna e Irene

Indice di affidabilità del post

Voto attribuito in base ai criteri di Teenformo

Voto medio 3 / 5. Conteggio voti: 1