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Cina, Corea del Sud e Giappone: emergenza nascite!

  • Categoria dell'articolo:Asia / Economia
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Oggi la crisi demografica sta colpendo numerosi paesi; in Asia, in particolare, si stanno registrando numeri mai visti prima in relazione al calo delle nascite.
In Cina, dove fino a qualche anno fa si registrava il fenomeno opposto (sovrappopolazione), si contano per la prima volta dagli anni ’50, più morti che nascite.
E’ stimato un ridimensionamento della popolazione che passerà da 1,4 miliardi a 1,2 miliardi entro il 2030: la crisi determina una grande sfida per il paese, che deve ora modificare un sistema sanitario disuguale.
La Cina è anche pronta ad intensificare la robotica in numerosi settori, ad esempio sanitario ed industriale, per colmare il calo demografico e tentare di rimanere nella sua lunga fase di prosperità e potenza.
Altro paese colpito dalla crisi demografica è la Corea del sud. Nella capitale, Seul, si registra il più basso tasso di fertilità: dal 2021 si osserva un calo delle nascite che porterà la popolazione a passare da 52 a 39 milioni di persone, con l’età media in rapido aumento.
Le cause di questo fenomeno sono i prezzi proibitivi della vita, la disoccupazione giovanile e i cambiamenti culturali: ad esempio, sempre più donne prediligono la carriera rispetto al matrimonio.
Lo stato continua ad erogare contributi ed incentivi alle famiglie, ma la strategia si pone in linea con tecniche già adoperate e risultate fallimentari.

Lo stesso problema si riscontra anche in Giappone, dove è ormai diventato una priorità, con una popolazione che è scesa sotto i 25 milioni. Nel paese, infatti, che è il secondo per età media della popolazione e ha l’aspettativa di vita più alta al mondo, l’invecchiamento della popolazione si unisce ad una notevole diminuzione della crescita del PIL e ad un aumento costante del costo della vita e crea quindi le basi per una crisi economica. Il governo giapponese ha quindi stabilito un programma d’azione focalizzato su politiche riguardanti l’infanzia e l’educazione: il primo ministro Kishida ha intenzione di raddoppiare gli investimenti sull’infanzia, così come di aumentare gli aiuti economici offerti ai neo genitori, specialmente a coloro che decidano di restare nelle zone rurali (più a rischio di spopolamento) invece di trasferirsi nella capitale. Non è stata invece presa in considerazione come soluzione del problema, una politica più aperta nei confronti dell’immigrazione, che nel paese continua ad essere regolata da leggi piuttosto rigide. L’inverno demografico, infatti, non è un problema che riguarda tutto il mondo: a novembre del 2022 nel mondo siamo diventati 8 miliardi, mentre nei paesi in via di sviluppo la popolazione continua a crescere, specialmente quella dell’India che, si stima, entro quest’anno supererà quella della Cina. Il problema sembrerebbe quindi una questione di distribuzione, e numerosi studi dimostrano che una soluzione nel breve termine più efficace all’inverno demografico possa essere proprio una politica più aperta verso l’immigrazione.

Ricerche e redazione

Anna e Cecilia

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