Per i residenti in Basilicata è possibile richiedere, dall’ ottobre 2022, un bonus che permette di ridurre di “oltre il 50%” la spesa per il gas. Troppo bello per essere vero? Forse.
Infatti in Basilicata c’è la più grande riserva di idrocarburi on-shore dell’Europa occidentale. Sono due le zone estrattive: in Val d’Agri, dove gli impianti, attivi dagli anni ’90, sono gestiti da Eni (per il 61%) e da Shell, britannica, e a Tempa Rossa dove gli impianti sono della francese Total.
Proprio per questa abbondanza di idrocarburi e per la popolazione non numerosa è stato possibile attivare il “Bonus Gas”, previsto da una legge, del presidente Vito Bardi, dell’agosto 2022 che prevede “l’erogazione gratuita mediante rimborso della componente energia del prezzo del gas fornito per le utenze domestiche dei residenti della Regione”. Questo rimborso copre, quindi, solo l’utilizzo familiare e non quello delle imprese e inoltre solo la spesa della materia gas (rimangono fuori per esempio i trasporti e gli oneri di sistema). Nonostante ciò ci dovrebbe essere un notevole risparmio da parte dei cittadini lucani, ma sembra che non per tutti sia così. Infatti in molte bollette non compare traccia del bonus, anzi in alcune i costi sono aumentati. Secondo Marina Festa, presidente di Adiconsum Matera, ciò avviene perché non tutte le società hanno aderito e non è chiaro quali, invece, garantirebbero il bonus.
Infine ci sono molte proteste degli ambientalisti che ritengono insensato promuovere gli idrocarburi, quando si dovrebbe investire nella transizione energetica, questi ultimi anni sono stati, dunque, criticati come mancato sviluppo della regione. Inoltre gli ambientalisti e abitanti sono preoccupati per l’inquinamento causato da questi pozzi, in particolare quello delle falde acquifere (come nel caso del lago Pertusillo), e dai traffici illegali di rifiuti e per la salute stessa di chi vive nella regione.
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Ricerche e redazione:
Irene e Anna
