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Indonesia: preoccupazioni per i risultati delle elezioni

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Il 20 marzo in Indonesia, la terza repubblica più grande del mondo, sono stati comunicati i risultati delle elezioni tenute a febbraio. Il nuovo presidente dell’Indonesia, che entrerà in carica ad ottobre, è, quindi, Prabowo Subianto, ex generale, 72 anni, del Partito del movimento della grande Indonesia, nazionalista e di destra, eletto con il 58,6% dei voti, il doppio del secondo candidato più votato, Anies Baswedan che ha presentato ricorso alla Corte Costituzionale, sostenendo che ci siano stati dei brogli.

Joko Widowo, presidente uscente, già eletto per due mandati e quindi non ricandidabile, è stato accusato di aver appoggiato Subianto, nonostante il suo partito sostenesse un altro candidato. Il rapporto tra Widowo e il nuovo presidente è infatti cambiato nel corso del tempo: inizialmente furono avversari politici (Prabowo Subianto fu battuto da Widowo nel 2014), poi nel 2019, nonostante la sconfitta, Subianto fu nominato ministro della difesa proprio da Widowo.

Questa riappacificazione è ancora più evidente con queste elezioni: infatti il vicepresidente scelto da Subianto è Gibran Rakabuming Raka, figlio maggiore di Widowo. Questo è stato argomento di dibattito in Indonesia, in quanto ciò è stato reso possibile dal più alto tribunale dell’Indonesia, presieduto dal cognato di Widowo, che ha modificato le regole della candidatura: l’età minima è stata abbassata a 35 anni, qualora il candidato fosse già stato sindaco per almeno un mandato. Modifiche che sembrano state fatte proprio ad personam per Gibran Raka che, 36 anni, è stato sindaco di Solo e che altrimenti non avrebbe potuto candidarsi.

Questo non aiuta a mettere in buona luce Subianto e Widowo accusati di voler portare l’Indonesia ad una dinastia politica. Le preoccupazioni intorno al nuovo presidente non si fermano qui; secondo Usman Hamid, direttore di Amnesty International Indonesia, “sta arrivando l’inverno”.

Il passato di Subianto, infatti è allarmante. Innanzitutto è vicino alla parte tradizionalista del paese e ai gruppi islamici estremisti che spesso agiscono come una sorta di polizia morale, inoltre è l’ex marito della figlia del dittatore dell’Indonesia tra il 1965 e 1988, il generale Suharto, per il quale era a capo delle forze speciali  Kopassus, responsabili di molte repressioni violente. Per di più lui e le sue forze sono state accusate di violazioni dei diritti umani. Tra gli altri episodi, ci sono il tentativo di sedare i moti di indipendenza di Timor Est e il rapimento e la tortura di 22 attivisti pro democrazia alla fine della dittatura, di cui 13 risultano ancora dispersi.

Viene allora da chiedersi come sia avvenuta una vittoria così schiacciante. Sicuramente una parte del merito va all’appoggio dell’uscente Widowo, ancora molto ben voluto e influente, a cui va sommata una campagna politica attuata sui social diretta alla popolazione più giovane che non ha conosciuto Subianto come comandante delle forze di Suharto. Infatti quasi il 60% degli aventi diritto al voto ha meno di 40 anni e proprio a questa fascia della popolazione è mirata la campagna social: in particolare Instagram e TikTok mostrano Subianto come uno “zio” o “nonno” buono, sui suoi profili, infatti, si possono vedere foto dell’ex generale con il suo gatto o mentre forma un cuore con le mani.

Ricerche e Redazione

Irene V.

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