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Lituania: il respingimento dei richiedenti asilo diventa legge

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Il 3 maggio il Seimas, il parlamento lituano, ha approvato degli emendamenti che rendono legali i respingimenti dei migranti in un area di 5km sul confine tra Lituania e Bielorussia, già zona di morte, e che prevedono l’aiuto di un corpo di volontari da tutta Europa per la polizia di frontiera. Questa legge è criticata da moltissime associazioni per i diritti umani, rimaste però inascoltate: Amnesty International la definisce un provvedimento che “dà il via alla libera tortura”, che aggira le norme in favore dei diritti umani con il rischio di violare il diritto alla vita. La Lituania è di fatto accusata di legalizzare un’azione illegale a livello internazionale. Infatti questi emendamenti, approvati con 86 voti favorevoli, 8 contrari e 20 astensioni, vanno contro il principio di non respingimento che impedisce di rimandare indietro o fermare al confine persone che nel loro paese subirebbero gravi violazioni dei diritti umani. La nuova legge lituana stabilisce, però, che la situazione di ogni migrante va presa in carico singolarmente in modo da salvaguardare le persone vulnerabili. Tuttavia testimoni affermano che questa procedura è a carico delle autorità di frontiera, non sufficientemente competenti in questo campo e che quindi avviene, se avviene, in maniera del tutto soggettiva.

Ciò avviene poche settimane dopo che il Comitato europeo per la prevenzione dalla tortura diffondesse un rapporto nel quale è indicato come alcuni stati, come la Lituania e la Polonia, abbiano usato pratiche qualificate come tortura contro i rifugiati e i migranti. Anche Amnesty International nel 2022 aveva pubblicato una ricerca che denuncia le violazioni dei diritti umani operate dalle autorità di frontiera lituane contro migranti e rifugiati, conclusione a cui è giunta successivamente la Corte di Giustizia dell’UE.

Questa legge in realtà consolida semplicemente una pratica che già avveniva dal 2021, quando, grazie alla spinta del regime bielorusso, si creò uno stato di emergenza relativo al numero di migranti che cercavano di entrare nel paese. Si stima che dall’agosto 2021 sia state respinte più di 20000 persone. La Lituania, infatti, difende questo provvedimento come “necessario per salvaguardare gli interessi di sicurezza del paese”, nonostante la diminuzione dell’ultimo anno dei migranti provenienti dalla rotta orientale. La Lituania inoltre ha speso 152 milioni di euro per la costruzione di un muro, lungo il confine, per un totale di 550km di lunghezza e 4m di altezza.

Ricerche e redazione

Anna e Irene

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