Il litio e il cobalto rappresentano davvero una possibilità per il futuro ecosostenibile?
Negli anni si sta verificando una crescita esponenziale di richiesta di cobalto e del litio, minerali necessari per la produzione delle batterie ricaricabili del cellulare e delle macchine elettriche, dei tablet, dei computer, e di molti altri dispositivi elettronici. Questa estrazione incontrollata provoca dei gravi danni ambientali. Per l’estrazione del litio (metallo alcalino non presente in natura in forma elementare, ma come componente di sali) sono necessari circa 1.900.000 litri d’acqua per 1 tonnellata ed è un processo che può durare da 8 mesi a 3 anni, che ha provocato nel Salar de Atacama in Cile la perdita del 65% dell’acqua dolce della regione. L’estrazione di questi materie prime inoltre rilascia nell’ambiente delle sostanze chimiche tossiche per l’uomo come l’acido clorico. Il prelievo di questi materiali nelle miniere della Repubblica democratica del Congo si stima che sfrutti circa 40.000 bambini, facendoli lavorare in condizioni estreme, per più di 12 ore al giorno e senza alcuna protezione. A causa di questo si ammalano, rischiano incidenti sul lavoro e vengono picchiati e maltrattati. Alcuni di loro hanno anche abbandonato la scuola.
I lati oscuri dell’estrazione del litio e del cobalto fanno ancora pensare che questi minerali saranno un futuro ecosostenibile?
Ricerche e redazione
Marco e Marta